Artigianato Giapponese

Artigianato Giapponese

sabato 31 agosto 2013

CASA TRADIZIONALE GIAPPONESE

Nel Giappone moderno vi sono migliaia di case di cemento, e nelle città a causa dell’alta densità di popolazione e scarsità di terreni edificabili i giapponesi abitano in piccolissimi appartamenti all’interno di alti e moderni edifici. Ma nelle periferie delle città e nelle zone rurali è ancora possibile trovare le tradizionali case fatte di legno, paglia e carta, dalle quali sono sempre stata affascinata perchè semplici e minimali.





La tradizionale casa giapponese viene chiamata minka. Essa si differenzia per forma e metodo costruttivo fra il nōka, la casa di campagna, e il machiya, la casa di città.

nōka


machiya
Tuttavia i materiali di base sono gli stessi:  il legno, la paglia, il bambù e la carta. Il legno è usato per travi e pilastri strutturali, così come per pareti, soffitto e tetto; il bambù è usato per aggiungere integrità strutturale e per decorare la casa; la paglia è usata per coprire il tetto e per fabbricare il pavimento in tatami; infine la carta è usata per rivestire i shoji , le porte scorrevoli. Gli elementi per costruire una casa tradizionale sono quasi tutti naturali, riciclabili e rispettosi  dell’ambiente.

La casa tradizionale giapponese si divide sostanzialmente in due spazi: il genkan, ovvero l’ingresso, che introduce alla casa, e lo spazio abitabile. Il genkan è l’ingresso dell’abitazione giapponese, solitamente il pavimento è in pietra, ed è più basso di un gradino rispetto al resto della casa. Nel genkan bisogna togliersi le scarpe e riporle o in un armadietto o lasciarle ordinatamente sotto il gradino, perché all’interno dell’abitazione si usa camminare o in pantofole o scalzi per non portare lo sporco della strada all’interno. Tutti i giapponesi hanno nel loro genkan delle pantofole da fare indossare agli ospiti.

genkan

Lo spazio abitabile è costituito da pavimenti in legno e in tatami, le classiche stuoie di paglia intrecciata e pressata con i bordi orlati con un cordoncino di cotone o di lino. I tatami sono composti da diversi rettangoli, sono usati anche come unità di misura delle stanze, solitamente si trovano nelle camere da letto e in soggiorno, mentre la cucina e il corridoio hanno pavimenti in legno. Nelle camere con i tatami si entra a piedi scalzi (con le calze o senza), lasciando le pantofole nel corridoio.

tatami

Le pareti delle abitazioni tradizionali, sia interne sia esterne, chiamate shoji, sono delle porte scorrevoli fatte di carta di riso e da un’intelaiatura in legno, che diffondono una luce morbida e naturale. Tutte le pareti interne sono mobili, tranne dove ci sono gli armadi a muro, e tutte le pareti esterne sono scorrevoli e rimovibili, tranne nelle zone chiuse per i servizi.

shoji interne

Le pareti esterne nella bella stagione vengono aperte per far areare e ventilare i locali e per godere della vista del giardino entrando così in stretto contatto con la natura, entrando in piena armonia ed equilibrio con essa.

shoji esterne

Queste pareti sono protette da un tetto molto sporgente, sotto il quale si trova un engawa, una sorta di veranda, che può servire come corridoio esterno o come comunicazione fra gli spazi interni ed esterni. In estate l'engawa diventa una parte del giardino, in inverno può essere chiuso fino a costituire un'estensione dello spazio interno.

engawa

Nelle abitazioni tradizionali giapponesi non esistono mobili d’arredamento. In camera da letto tutto si tiene negli armadi a muro, detti  oshiire , compreso il futon, ovvero il letto, costituito da un materassino e da una trapunta.  La sera quando si deve dormire si estrae il futon dall’armadio a muro, e si mette sul tatami, al mattino, dopo aver lasciato il futon un po’ al sole, lo si ripone nell’armadio per preparare lo spazio alla vita del giorno, ai pasti, al lavoro, all’intrattenimento...

futon
Di giorno il posto del futon viene preso da un piccolo e basso tavolino, chiamato zataku, e da dei cuscini sui quali sedersi sul tatami, chiamati zabuton.

zataku e zabuton

In soggiorno vi è una credenza, chiamata chadansu, che contiene gli utensili utili per mangiare. In inverno viene usato un tavolo riscaldato, detto kotatsu, a cui viene applicata una coperta sui lati con cui riscaldare le gambe durante i pasti. Al di sopra viene applicata una tavola di legno per essere utilizzato come un vero e proprio tavolo.

kotatsu

In casa non può mancare l’irori, il focolare della casa, ricavato da una cavità nel pavimento, che ospita il fuoco per il bollitore e che serve a riscaldare l’ambiente.

irori

Le abitazioni giapponesi  tradizionali hanno un tokonoma, una nicchia destinata ad ospitare una composizione floreale, un'opera d'arte in stile Zen o un rotolo di calligrafia,inoltre hanno un altare domestico, buddhista o scintoista, dove poter pregare e ringraziare nel privato e un’area, solitamente collocata nei giardini, esclusivamente dedicata alla cerimonia del tè.

tokonoma


Ciò che mi affascina di queste tradizionali abitazioni sono la semplicità, il minimalismo, le linee pulite, la mancanza di disordine, il rapporto speciale che si instaura con la natura, tutto è pensato per il benessere dell’anima e non per l’attenzione al materialismo.


“La nostra casa”
già in queste parole,
 freschezza

waga yado to
 iu bakari de mo
suzushisa yo

Haiku di Kobayashi Issa (1763-1828)


martedì 6 agosto 2013

IN RICORDO DI HIROSHIMA



Oggi è il 68°anniversario del bombardamento atomico di Hiroshima e il mio pensiero non può non andare a questa città, ai suoi cittadini, ai giapponesi e all’orrore che hanno vissuto e a me che visitandola lo scorso anno è riuscita a scuotermi dentro.
Oggi Hiroshima è una città nuova, moderna, è stata totalmente ricostruita dopo la tragedia atomica del 6 agosto 1945, e a guardarla così sembra quasi non sia accaduta una simile catastrofe. Ciò che è rimasto a testimonianza è la A-Bomb Dome ( l’edificio allora chiamato Industry Promotion Hall, una delle pochissime costruzioni a non venir completamente incenerite dalla bomba, tutto il resto della città venne cancellato. 

A-Bomb Dome, Hiroshima

Ma affinché non venisse cancellato l’orrore di ciò che è accaduto si decise di conservare l’A-Bomb Dome e di costruire un Museo memoriale della pace per ricordare quanto è accaduto, per spiegare la realtà del bombardamento atomico e contribuire al disarmo nucleare e alla pace nel mondo. 

Museo Memoriale della pace, Hiroshima

Ho visitato questo museo e non ci sono parole per descrivere ciò che si prova nel vedere gli oggetti in esposizione, le fotografie di allora, le immagini... e ad un certo punto si vede tutto sfocato, perché gli occhi non possono non riempirsi di lacrime... Ti chiedi come l’essere umano possa fare una cosa del genere, ma non ci sono risposte a ciò, si può solo rimanere atterriti di fronte alla capacità dell’uomo di causare tanta morte e tanto dolore. Questo museo è un luogo toccante e di profonda riflessione e dopo averlo visitato non si può restare quelli di prima, ci si sente angosciati ma allo stesso tempo pronti per far qualcosa, pronti a voler cambiare qualcosa, a partire semplicemente da un cambiamento in noi stessi.
Ciò che mi ha colpito di questa città è che ha saputo rileggere la sua storia cercando di darsi delle risposte, ma non ha usato la strada della vendetta, ha trasformato la sua brutta esperienza in una denuncia contro la guerra e un invito alla pace a tutta l’umanità. 

A-Bomb Dome, Hiroshima

Si continua a dire basta alla guerra, ma purtroppo nel mondo c’è ancora chi non ha trovato pace e le vittime delle barbarie e delle atrocità dell’uomo continuano a sommarsi nella storia dell’umanità. E nulla cambierà se si continua a pensare al progresso umano piuttosto che allo sterminio di massa, alla distruzione di madre natura piuttosto che alla sua tutela.

sabato 3 agosto 2013

OCEAN DOME: IL PIÙ GRANDE PARCO ACQUATICO COPERTO DEL MONDO



Cosa pensate possa esserci all'interno di questo edificio?


Questo edificio, chiamato Seagaia Ocean Dome, si trova nella città di Miyazaki, nell’isola di Kyushu, in Giappone, inaugurato nel 1993, è il più grande parco acquatico al coperto del mondo e con i suoi 300 metri di lunghezza, 100 metri di larghezza e 38 metri di altezza è entrato a far parte del Guinness dei Primati.


Riuscite ad immaginarvi una spiaggia dove il cielo è sempre azzurro, dove non fa mai troppo caldo, dove non c’è mai vento o freddo, dove l’acqua non è piena di sale e inquinata? Tutto ciò e molto altro potrete trovarlo qui all’Ocean Dome. 
Che sia una giornata soleggiata, nuvolosa o piovosa poco importa, perché l’Ocean Dome dispone di un tetto retrattile che vi assicura sempre un permanente cielo blu. Nelle giornate di bel tempo il tetto si apre lasciando entrare il sole, l’aria e il tepore naturale, quando invece il tempo non è dei migliori il tetto si chiude mostrandovi un magnifico finto cielo blu incredibilmente realistico.



E sotto questo tecnologico tetto potrete sdraiarvi su una bianchissima e finissima spiaggia di sabbia, fare il bagno nel finto oceano, rilassarvi nelle piscine idromassaggio, divertirvi negli scivoli, nella varie attrazioni acquatiche e fare anche surf.   
La temperatura dell’aria è sempre tenuta costante a 30° e quella dell’acqua a 28°.




Insomma in questo parco acquatico c’è tutto ciò che potreste aspettarvi di trovare in una vacanza caraibica: palme e piante tropicali, onde per la gioia dei surfisti, ristorantini, feste, balli e musica tropicale, c'è anche un vulcano artificiale che si attiva e sputa fuoco ogni ora




Ma ricordatevi che non siete ai Caraibi e che vi trovate in Giappone, in una realtà artificiale futuristica, dove tutto sembra più vero del vero.