mercoledì 20 marzo 2013

SHUNBUN NO HI – EQUINOZIO DI PRIMAVERA



Oggi in Giappone si festeggia lo Shunbun no Hi (春分の日), ovvero l'equinozio di primavera.  È una festività nazionale che cade il 20 o il 21 marzo (dipende dall'anno bisestile) istituita nel 1948 e la sua celebrazione è considerata come una della più tradizionali.
Lo Shunbun no Hi è inserito all'interno di un periodo di sette giorni, detto Haru no Higan (春の彼岸), letteralmente equinozio di primavera. La parola Higan significa "altra sponda" (Hi=altro, al di là di e Gan=sponda) ed ha un doppio significato: indica sia il passaggio da una stagione all'altra sia il periodo del risveglio, cioè il passaggio da uno stato di quiete e di riposo ad uno stato di illuminazione, di realizzazione completa del sublime.
Un altro Higan simile a questo è l'Aki no Higan (秋の彼岸), durante il quale si festeggia l’equinozio d’autunno, generalmente questo cade intorno al 21-23 settembre. Quindi mentre in primavera si celebra la fioritura dei fiori di ciliegio in autunno invece si celebra e venera la pioggia delle foglie d’acero, albero considerato altrettanto sacro quanto i sakura a primavera. 
Questi due momenti dell’anno sono molto importanti perché sono i due giorni in cui le ore di luce sono uguali alle ore di buio e per chi anticamente aveva a che fare con l’agricoltura e i lavori legati alla terra era importante per poter scandire i cambiamenti del tempo e il mutamento delle stagioni.
L'origine di questa festa è ancora sconosciuta ma pare che risalga al VII secolo presumibilmente venne adottata in Giappone da parte dell'imperatore regnante in quel periodo e si suppone che la sua origine sia la fusione di due tradizioni: una religiosa ed una agricola.
In questo giorno si dà il benvenuto alla primavera, stagione propizia alla coltivazione della terra e allo sbocciare dei primi germogli e fiori primaverili. Inoltre in questo giorno molti giapponesi ne approfittano per recarsi nei cimiteri a far visita ai lori cari defunti, per pregare per loro e chiedere protezione per la famiglia. Il rispetto per i defunti oltre che spiritualmente lo si ritrova nei gesti e nei riti dedicati alle sepolture, le quali vengo prima ripulite dalle erbacce e purificate con l'acqua, poi adornate di fiori ed incensi ed infine, per rallegrare le anime dei propri cari, vengono loro offerti gli ohagi (お萩), dei dolcetti a forma di palline ottenute con tre semplici ingredienti: con la pasta di riso cotta, con il Kinako, farina di soia tostata e con una marmellata di azuki, di fagioli dolci. 
Le famiglie tornando a casa si riuniscono per stare insieme, ricordando piacevolmente i familiari che non ci sono più e mangiando insieme gli ohagi.

commemorazione dei defunti
dolcetti ohagi

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